Fiori di Campo
di Marina Galici
Il cuore rallenta, la testa cammina/ in quel pozzo di piscio e cemento/ a quel campo strappato dal vento/ a forza di essere vento. [...]
da KHORAKHANÉ(A forza di essere vento)
di F. De André - I. Fossati
Palermo, 6 Maggio 2011 - Ederlezi
Il progetto fotografico, “Fiori di Campo”, ebbe inizio il 6 maggio del 2011 e si concluse definitivamente ad aprile del 2019 con lo sgombero forzato del campo Rom, ma in verità divenne un vero e proprio progetto solo in itinere.
L’occasione mi giunse casuale per invito d’una donna Rom a partecipare alla festa “l’Ederlezi” entro il campo nomade, la Favorita, di Palermo.
Entusiasmo, curiosità, adrenalina ed empatia furono gli ingredienti emozionali che suggellarono quel primo contatto con l’etnia Rom, seguiti da un’imprevedibile commozione, meraviglia e innamoramento dinanzi lo scenario d’un popolo tanto sconosciuto quanto sorprendentemente gioioso, naturale, spontaneo che meritò immediatamente l’appellativo di – fiori di Campo; dove il lemma “campo” veniva volutamente da me declinato sia nel significante – campo-ghetto – sia nell’antitetico – campo-spazio libero.
Il reportage di quel giorno fu veicolato interamente dall’emozione, senza né filtro né intento programmato, ma che paradossalmente fissò e definì nel tempo il progetto stesso in un difficile ma catartico percorso interculturale.
Obbiettivo primario ed essenziale che lo strutturò divenne, quindi, lo “scambio”, ovvero riuscire, attraverso le immagini di testimonianza e poesia del loro quieto vivere e drammatico sopravvivere, a trasmutare ogni infondato preconcetto, giudizio discriminante e atteggiamento zingarofobo nei loro riguardi, a favore d’una conoscenza reale, culturale e antropologica di questo misterioso e misconosciuto popolo gitano.